Progetti Interni

I criteri di priorità nella trattazione delle indagini preliminari e nell’esercizio dell’azione penale

 

Durata del progetto 12 mesi
Breve descrizione del progetto

Con la riforma del processo penale e dell’ordinamento giudiziario (c.d. Riforma Cartabia D.lgs. /2022 e L. 71/2022) sono stati introdotti nel procedimento penale i criteri di priorità per la trattazione delle notizie di reato. In particolare, è previsto che ogni p.m. debba attenersi alle regole contenute nel progetto organizzativo della propria Procura per individuare quale siano le notizie di reato iscritte su cui deve con precedenza indagare e, una volta conclusa l’inchiesta, agire. In pratica, nell’impossibilità di trattare contemporaneamente – a causa degli alti numeri – tutte le notizia di reato che gli vengono assegnate, il pubblico ministero deve organizzare il suo lavoro tenendo conto di quanto prescritto nel documento organizzativo.

Di contro, sarà pur sempre il legislatore a regolare la materia, perché è stato riservata ad una futura legge la determinazione dei criteri generali a cui poi le singole procure dovranno attenersi per formulare le concrete priorità. Dal testo approvato appare evidente un dato: si è deciso di normativizzare la materia, ma si è ancora rinviata la sua piena attuazione.

La ragione risiede nel fatto che l’ampio dibattito culturale che si è sviluppato sul tema ha messo a fuoco così tanti problemi, che è apparso necessario riflettere ancora su come strutturare il sistema delle priorità, sulla base però della scelta pregiudiziale di non lasciare più la materia esclusivamente agli atti para-normativi del C.S.M. Si tratta allora di aggiungere un ulteriore tassello, rispetto a quanto già sostenuto negli anni passati, al fine di creare le condizioni affinché la futura legge del parlamento riesca a farsi carico e risolvere tutte le criticità della materia.

In primo luogo, in un sistema ad azione obbligatoria, appare evidente che i criteri di priorità non possono avere “natura deflattiva”, nel senso di selezionare quello che non sarà mai trattato.

Occorre allora riflette su come costruire un sistema in cui si dia preferenza a certe notizie di reato, senza però nel contempo procedimentalizzare l’accantonamento dei reati non prioritari.

Inoltre, nella scelta delle singole priorità, appare necessario non porsi in contrasto con i principi di uguaglianza e ragionevolezza. Trattare una notizia di reato prima di un’altra, significa individuare le “ragioni” per cui la notizia preferita sia diversa da quella non preferita e meriti precedenza. Ancora, il rapporto fra la legge quadro e progetti organizzativi, richiede di individuare dei parametri normativi, delle “meta-norme”, che consentano di adattare i criteri generali alle esigenze in ogni procura: occorre malleabilità, altrimenti si rischierebbe una totale disapplicazione della disciplina. Non da ultimo, appare necessaria una riflessione volta a capire in che modo la legge quadro sui criteri generali e i progetti organizzativi delle procure siano sindacabili, qualora contengano previsioni che si pongano in contrasto con i principi costituzionali.

Docente di riferimento Roberta Aprati
Gruppo di ricerca
  • Pasquale Bronzo/professore associato/Sapienza Università di Roma;
  • Marco Gambardella/professore associato/Sapienza Università di Roma;
  • Katia La Regina/ professore associato /Università Giustino Fortunato di Benevento;
  • Luigi Ludovici/ professore associato /Università Marconi di Roma;
  • Paola Maggio/professore associato/Università degli Studi di Palermo;
  • Federico Bueno de Mata/profesor titular/ Universidad Salamanca (Spagna);
  • Ramona Mihaela Coman /Professore associato/ University of Medicie, Pharmacy,
  • Scrience and Tehnology of Targu Mures (Romania)
  • Martina Pollera/Cultrice della materia e Magistrato ordinario in tirocinio
  • Fabio D’Alessio/ Tutor Disciplinare e Avvocato penalista
  • Paola Federica Schiavone/ Docente integrativo e Segretario Comunale

Stato di diritto e mercato unico digitale europeo

 

Durata del progetto 18 mesi
Breve descrizione del progetto Il progetto di ricerca si propone di approfondire i meccanismi giurisdizionali e non giurisdizionali di risoluzione delle controversie nel contesto del mercato unico digitale dell’ UE, al fine di definire un modello normativo volto a creare un sistema armonizzato di risoluzione delle controversie nei tre settori che caratterizzano tale mercato: il diritto della concorrenza, la tutela dei dati personali e la protezione dei consumatori. Se, da un lato, i recenti atti legislativi approvati dall’ UE, quali il DMA e il DSA, contengono diversi elementi innovativi quanto alla definizione degli obblighi in capo alle grandi piattaforme online, dall’altro lato le stesse non affrontano in maniera soddisfacente l’aspetto relativo alla risoluzione delle controversie, soprattutto al fine di semplificare i meccanismi esistenti.
Obiettivo del progetto di ricerca è, dopo aver verificato l’adeguatezza degli attuali strumenti di tutela giudiziale alla struttura del mercato unico digitale nella UE, individuare un modello di cooperazione tra le autorità di controllo pubbliche e private che possa rivelarsi utile a scongiurare possibili conflitti di competenze, evitare contrasti di giudicati, così come ipotesi di bis in idem o eventuali duplicazioni nell’enforcement.
Docente di riferimento Mario Carta
Gruppo di ricerca
  • Prof. Karim Benyekhlef,
    Full Professor di diritto, tecnologie e relazioni internazionali presso l’Università di Montréal-Canada
    Direttore del “Cyberjustice Laboratory” Università di Montréal
  • Prof. Gianluca Contaldi
    Ordinario di diritto UE  Università Studi Macerata
  • Prof. Francesco Rossi Dal Pozzo
    Ordinario di diritto UE Università Statale Milano
  • Prof.ssa Alessia Di Pascale
    Associato di diritto UE Università Statale Milano
  • Dott.ssa Rosita Forastiero
    Ricercatore CNR –ISGI-
  • Prof.ssa Roberta Aprati
    Associato di procedura penale Unitelma Sapienza (membro aggregato)
  • Prof. Stefano Anastasia
    Docente a contratto di Filosofia del diritto Unitelma Sapienza (membro aggregato)
  • Dott. Alessio Sangiorgi,
    Cultore della materia e tutor di diritto UE

Ordine pubblico: la trasformazione di un concetto giuridico tra storia costituzionale e diritto positivo vigente

 

Durata del progetto 24 mesi
Breve descrizione del progetto Gli obiettivi del presente Progetto di Ricerca consistono nell’indagare e verificare in che modo l’ordine pubblico sia stato impiegato dal legislatore ed interpretato dalla giurisprudenza, con il sostegno teorico della dottrina, quale strumento di limitazione dei Diritti fondamentali dei cittadini e come freno a specifici mutamenti sociali che, di volta in volta, nei diversi momenti storici, hanno investito tanto le istituzioni quanto l’ordinamento giuridico nel suo complesso. In questa ottica, la profondità storica che si darà all’analisi assume una valenza funzionale alla verifica della tesi proposta, ossia come l’ordine pubblico sia un elemento strutturale del nostro ordinamento giuridico, anche prima dell’entrata in vigore della Costituzione repubblicana, una costante che pur declinandosi in forme e contenuti diversi nei suoi singoli settori e in determinati momenti storici, ha assunto il carattere di principio unificante dell’ordinamento quale limite all’esercizio emancipatorio, in tutta la loro portata giuridica e sociale, dei diritti costituzionali dei consociati. 
Docente di riferimento Antonello Ciervo
Gruppo di ricerca
  • Prof. Paolo Alvazzi del Frate/Professore Ordinario /Università degli Studi di “RomaTRE”
  • Prof. Gaetano Azzariti/Professore Ordinario/Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
  • Prof. Giordano Ferri/Professore Associato/Università degli Studi “Unitelma Sapienza”
  • Dott. Paolo Napoli/Directeur d’études (Professore ordinario)/EHESS/Parigi
  • Dott. ssa Maria Caterina Amorosi/Dottoressa di ricerca/Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
  • Prof. ssa Roberta Calvano/Professore Ordinario/Università degli Studi “Unitelma Sapienza”
  • Dott. ssa Alba Giuli/Dottoranda di ricerca/Università degli Studi di “RomaTRE” 

Smart Diagnosis of Degenerative Disease (Smart3D)

 

Durata del progetto 24 mesi
Breve descrizione del progetto Il progetto mira a definire, implementare e sperimentare modelli innovativi
di Intelligenza Artificiale per la diagnosi precoce di malattie degenerative utilizzando
sia dati clinici che dati strumentali come, ad esempio, le Computer Tomografy (CT)-scan
o esami radiologici. A tal riguardo saranno realizzati e testati modelli ibridi che
sfruttano ensemble di reti neurali dense e ricorrenti per l’analisi di dati numerici e di serie
temporali multivariate e reti neurali convoluzionali capaci di analizzare dati di imaging
come immagini o video
Docente di riferimento Marta Cimitile
Gruppo di ricerca
  • Lerina Aversano, Associate Professor, University of Sannio
  • Fabio Caraffini,  Associate Professor , Swansea University (UK)
  • Mario Luca Bernardi, RTDb,  University of Sannio
  • Martina Iammarino, Researcher, University of Sannio
  • Chiara Verdone, PhD Student, Universitty of Sannio
  • Rosella Castellano, Full Professor, University UnitelmaSapienza
  • Annalisa Ferrari,  Researcher, University UnitelmaSapienza
  • Gaetano Tieri, RTDa,  University UnitelmaSapienza

STEM from teachers

 

Durata del progetto 12 mesi
Breve descrizione del progetto Skills in science, technology, engineering, and mathematics (STEM – Skills in Science,
Technology, Engineering, and Mathematics) are becoming increasingly important for
society as economies compete in a global marketplace that demands constant innovation and technological breakthroughs. However, in several European countries, including Italy, the growing demand for STEM skills is not matched by an increase in the number of young people deciding to pursue STEM studies, and this is particularly true for girls.
The aim of the project is to investigate, using the experimental method, the existence and determinants of behaviors and perceptions (e.g., unconscious biases) of middle school teachers that may contribute to the underrepresentation STEM of girls and socio-economically disadvantaged groups.
Should the experimental results confirm the existence of these biases, an attempt will also be made to isolate their determinants so that policy suggestions can be outlined (especially in terms of interventions aimed at changing behavior) that can reduce or eliminate these biases.
Docente di riferimento Annarita Colasante
Gruppo di ricerca
  • Rocco Caferra, Researcher, UnitelmaSapienza
  • Giuseppe Attanasi, Full Professor, Sapienza
  • Andrea Morone, Full Professor, Università di Bari
  • Carlo Ciucani, PhD student, Università di Chieti-Pescara
  • Enrica Imbert, Researcher, UnitelmaSapienza 
  • Gulsah Yilan, Researcher, UnitelmaSapienza 
  • Piergiuseppe Morone, Full Professor, UnitelmaSapienza

La classe politica neo-eletta, tra continuità e cambiamento

 

Durata del progetto 12 mesi
Breve descrizione del progetto Attraverso un sondaggio su un campione rappresentativo della classe parlamentare italiana, il progetto si propone di rispondere ai seguenti interrogativi. Quali profili della classe politica neo-eletta emergono dal punto di vista socio-demografico e delle esperienze maturate? Come si colloca la classe politica rispetto alle principali linee di conflitto del nostro tempo (destra-sinistra, società aperta-chiusa, tradizionalismo-libertarismo, sovranismo-internazionalismo, europeismo-euroscetticismo, ecc.)? Quali sono i sistemi di valori in campo rispetto a una serie di questioni di stringente attualità che riguardano, per esempio, le questioni del reddito e della sua redistribuzione, la crescita economica e la protezione dell’ambiente, i diritti, il genere e le pari opportunità, la pace e gli schieramenti geopolitici?
Docente di riferimento Nicolò Conti
Gruppo di ricerca
  • Luca Carrieri
  • Marco Cilento
  • Nicolò Conti
  • Pamela Pansardi
  • Luca Verzichelli

Profili fiscali dei Cryptoasset nell’esperienza giuridica europea ed internazionale

 

Durata del progetto 24 mesi
Breve descrizione del progetto Il progetto di ricerca mira a fornire una ricostruzione analitica dei nuovi provvedimenti legislativi di matrice eurounionale ed internazionale in materia di cryptoasset, nonché a fornire una qualificazione di tale ricchezza virtuale dal punto di vista della normativa tributaria italiana.
Docente di riferimento Fabio Saponaro
Gruppo di ricerca
  • Prof. Fabio Saponaro (Unitelma Sapienza)
  • Prof. Anderson V. Teixeira (Universidade do Vale do Rio dos Sinos / Brasile)
  • Prof. Francesco Garganese (Università di Teramo)
  • Prof. Vincenzo Carbone (Università degli Studi Internazionali di Roma)
  • Dott. Cosimo Franzoso (Dottore di ricerca / Università degli Studi Roma Tre)

Sustainability nell’accounting education: evoluzione storica, stato attuale e prospettive future

 

Durata del progetto 12 mesi
Breve descrizione del progetto Gli studi internazionali di accounting e gli studi nazionali di economia aziendale hanno una lunga tradizione storica di interesse verso il ruolo sociale ed etico delle aziende. Originariamente, questi aspetti sono stati oggetto di studio per le aziende di erogazione per il mercato (le c.d. imprese), ma successivamente gli studiosi hanno ampliato le loro considerazioni anche ad aziende not-for-profit, sia pubbliche sia private. Negli ultimi decenni, l’attenzione degli studiosi di accounting e di economia d’azienda è andato progressivamente spingendosi verso le tematiche della sostenibilità, soprattutto in riferimento all’accounting, all’accountability e alla rendicontazione non economico-finanziaria.
Vari fattori hanno contribuito all’espansione dell’interesse verso queste tematiche, per esempio problemi ambientali, crisi finanziarie, globalizzazione.
Gli studiosi manifestano interesse verso queste tematiche non solo nelle loro pubblicazioni scientifiche, ma anche nella propria attività di insegnamento accademico. Di solito, l’introduzione di tematiche connesse alla sostenibilità negli insegnamenti di accounting e di economia aziendale trae origine da un precipuo interesse scientifico del relativo docente titolare. Vari studi dimostrano, infatti, che gli insegnamenti incentrati su queste tematiche sono di norma promossi da studiosi che hanno affrontato le medesime tematiche nella propria attività di ricerca scientifica.
Il progetto mira a:

  • Effettuare un’analisi sistematica della bibliografia in tema di accounting education, con particolare riguardo agli insegnamenti universitari di accounting che si occupano esclusivamente o principalmente di tematiche connesse alla sostenibilità;
  • Ricostruire la storia di questi insegnamenti in Italia e in altri Paesi;
  • “Mappare” gli insegnamenti di accounting che vertono esclusivamente o principalmente di tematiche connesse alla sostenibilità nei corsi di laurea triennali, magistrali e nei dottorati di ricerca italiani e di altri Paesi;
  • Intervistare alcuni dei docenti che erogano insegnamenti che ricadono nell’analisi;
  • Attualizzare precedenti studi che hanno analizzato gli insegnamenti universitari di accounting incentrati su tematiche di sostenibilità;
  • Proporre un quadro di sintesi dello stato attuale degli insegnamenti di questo tipo;
  • Identificare probabili futuri trend di evoluzione di questi insegnamenti;
  • Identificare aree di criticità nello sviluppo e nella diffusione di questi insegnamenti;
  • Suggerire eventuali azioni correttive.
Docente di riferimento Carmela Gulluscio
Gruppo di ricerca
  • Carmela Gulluscio,
  • Nathalie Colasanti,
  • Samuel O. Idowu,
  • Silvia Puiu,
  • Stefania Veltri, 
  • Pina Puntillo,
  • Tiziana De Cristofaro,
  • Camilla Falivena,
  • Stefania Mele,
  • Barbara Fasoli,
  • Daria Mattei

Socio-economic impacts of circular leather processing (impatti socio-economici della lavorazione della pelle in un contesto circolare)

 

Durata del progetto 12 mesi
Breve descrizione del progetto In linea con alcune priorità del PNNR, il progetto è finalizzato ad analizzare gli effetti
socio-economici di un modello di economia circolare relativo al settore della pelle
implementato in Emilia Romagna, ovvero il progetto Cartiera. Tale progetto riutilizza
scarti e avanzi provenienti da alcune aziende della moda italiana per realizzare nuovi
prodotti (es.borse). Nello specifico l’analisi utilizzerà l’approccio della Social life cycle
assessemnt (S-LCA) e permetterà anche di comprendere la possibile replicabilità in altri
contesti italiani.
Docente di riferimento Entrica Imbert
Gruppo di ricerca
  • Idiano D’Adamo (Professore associato, Sapienza);  Luana Ladu (Researcher, Technische 
  • Universität Berlin (TUB); Carlo Ciucani (dottorando, Università di Chieti-Pescara) 
  • Piergiuseppe Morone (Professore ordinario, UnitelmaSapienza);
Docenti aggregati
  • Gulsah Yilan(Ricercatrice, UnitelmaSapienza membro aggregato); 
  • Annarita Colasante, Ricercatrice, UnitelmaSapienza membro aggregato)
  • Rocco Caferra  (Ricercatore, UnitelmaSapienza membro aggregato)

La paradossale centralità del “penale” in crisi. Alla ricerca di un difficile equilibrio tra domande di giustizia, efficienza e garanzie”

 

Durata del progetto 24 mesi
Breve descrizione del progetto La ricerca si ripromette di indagare, in chiave interdisciplinare e comparata, le ragioni della crisi della giustizia penale e segnatamente del sistema sanzionatorio penale, sempre più disgregato e disfunzionale, per vagliare i possibili rimedi anche alla luce delle riforme dell’ultimo scorcio della precedente legislatura (l. n. 134/2021; d.lgs. n. 150/2022).
Nello specifico ci si propone di:

  • verificare le possibilità, nell’attuale congiuntura storico-culturale, di affrancamento da un modello emergenziale di gestione di manifestazioni criminali che suscitano particolare allarme sociale (mafia, corruzione, terrorismo, criminalità economica, ecc.);
  • indagare l’attuale stato della detenzione carceraria, anche alla luce del numero di reclusi e delle strutture penitenziarie disponibili, e stilare un primo bilancio della esperienza delle REMS;
  • analizzare il presumibile impatto della riforma Cartabia e i primi problemi applicativi;
  • esplorare la nuova frontiera della giustizia riparativa, chiarendo se essa può realmente rappresentare una nuova declinazione della funzione rieducativa della pena che passi proprio attraverso l’interazione dialogica tra autore e vittima del reato;
  • analizzare tecniche, prassi e prospettive di riforma delle sanzioni applicabili agli enti collettivi;
  • promuovere una rete di studio e confronto interdisciplinare e internazionale sulle tematiche del sistema sanzionatorio penale e della giustizia riparativa;
  • promuovere – in chiave di public engagement e in linea con gli obiettivi della Terza Missione – anche attraverso un ciclo di seminari, la divulgazione scientifica sulle tematiche del progetto a favore di operatori della giustizia penale, operatori penitenziari, avvocati, mediatori, studiosi e cittadinanza in generale.
Docente di riferimento Vincenzo Mongillo
Gruppo di ricerca
  • Roberto Bartoli, Giandomenico Dodaro,
  • Miriam Cugat Mauri,
  • Jacobo Dopico Gomez-Aller,
  • Luigi Foffani, Antonio Gullo,
  • Francisco Muñoz Conde,
  • Adàn Nieto Martìn,
  • Nicola Pisani,
  • Stefano Preziosi,
  • Francesca Rocchi,
  • Marco Scoletta,
  • Antonino Sessa,
  • Inma Valeije,
  • Eugenio Raúl Zaffaroni
  • Giovanni Capozio.

Shaping consumers’ awareness for a sustainable food consumption

 

Durata del progetto 12 mesi
Breve descrizione del progetto This project is meant to deploy an experimental approach in which the effects of augmented reality will be tested to assess their impact on environmental and food policies.
The level of biodiversity degradation caused by uncontrolled food production and consumption has risen at an alarming rate in the last decades, highlighting the urgency of crafting targeted environmental policies. According to recent forecasts, population in 2050 will be around nine to ten billion people and feeding such a huge amount of people represents an enormous challenge. At the same time as increasing food production, we also need to significantly decrease the climate impact of food production (Smith and Gregory, 2013).
In the past decade many companies have tried to be greener and make small changes to protect the environment (Hsu and Lin, 2022). Despite the effort of firm side, the market penetration of sustainable products critically depends on several individual attitudes. Indeed, traditional policies designed to foster sustainable behavior often fail because people do not recognize environmental problems (e.g., reduction of biodiversity) because the consequences are usually temporally or physically distant from the causes (Fiore et al., 2009; Trope and Liberman, 2010). However, this process usually takes several decades, and people seem to be very far from being aware of these issues.
The difficulty in providing tangible real evidence of the expected adverse events related to the environmental degradation is crucial in raising people’s awareness. Immersive technologies, such as augmented reality, offer an opportunity to provide direct experiences of environmental threats in a safe environment (Buljat 2022). This works as a form of nudging that could reduce consumers’ perceived psychological distance from the above-mentioned issues, enhance risk perception of environmental issues, and motivate behavior change before environmental damage is caused. Therefore, the goal of this project is to use augmented reality as a nudge in order to check whether a more intensive feeling of food and environmental issues can boost consumers’ perception of such issues, ultimately leading to more environmentally friendly behavior and conscious food consumption. This will be tested through a laboratory experiment, in which the effectiveness of deploying augmented reality as a nudge will be measured by: i) using psychometric instruments (FaceReader and Eyetracker) to assess subjects’ emotional reactions once exposed to the augmented reality; ii) donation of share of the participation fee to a no-profit organization working on environmental related issues. According to the strengthens of augmented reality on shaping individual awareness, different policy suggestions may be proposed to help policy makers in drawing more effective policies to increase responsible food consumption.
  Piergiuseppe Morone
Gruppo di ricerca
  • Rocco Caferra, Ricercatore, UnitelmaSapienza
  • Giuseppe Attanasi, Professore ordinario, Sapienza
  • Angelica De Fabrizi, dottoranda, Sapienza
  • Francesca Frieri, dottoranda, IUSS Pavia
  • Enrica Imbert, Ricercatrice, UnitelmaSapienza
  • Annarita Colasante, Ricercatore, UnitelmaSapienza

Autonomia privata e negozi rinunciativi: per una rimeditazione del principio di relatività degli effetti del negozio

 

Durata del progetto 24 mesi
Breve descrizione del progetto Il progetto si propone di circoscrivere il significato del principio enucleato dalla formulazione letterale del secondo comma dell’art. 1372 c.c.
Una generalizzazione del principio di relatività degli effetti del contratto ha determinato un’ingiustificata estensione dell’ambito oggettivo di applicazione dell’art. 1372 c.c. ai negozi unilaterali. Il binomio creato tra efficacia e consenso, in forza del quale solo quest’ultimo legittima la produzione di effetti in capo al destinatario del negozio, ha fatto discendere dal principio di relatività degli effetti un dogma di intangibilità delle sfere giuridiche. La dottrina ha avuto però modo di evidenziare come l’efficacia del negozio non sempre consegua a procedimenti di formazione basati sul consenso. L’analisi dei procedimenti di formazione del contratto permesso di segnare i limiti entro i quali l’autonomia privata può incidere sulla sfera economico-patrimoniale di un soggetto diverso da colui che la esercita: quando gli effetti del negozio risultino favorevoli per l’oblato e a questo sia riconosciuto il potere di dismetterli mediante il rifiuto (c.d. eliminativo), la fattispecie si perfeziona senza la sua volontà seppur non contrariamente alla stessa. Gli studi svolti attorno alla previsione dell’art. 1333 c.c. hanno notevolmente attenuato la tendenza a ricostruire in chiave contrattuale procedimenti in esito ai quali, a seguito di una manifestazione unilaterale di autonomia, si instauri una relazione con struttura a rilevo bilaterale. L’indagine circa gli effetti «esterni» dell’autonomia privata può essere però ulteriormente sviluppata. Da un lato, non è solo la sfera economico-patrimoniale di un soggetto che, a determinate condizioni, può essere investita da effetti eteroimposti. In ambito familiare, il riconoscimento di figlio è un istituto che, già attraverso una prima esegesi delle previsioni di cui agli artt. 250, 254 e 258 c.c., esclude un’operatività trasversale del principio di relatività degli effetti del negozio. Anche il matrimonio determina l’instaurazione di vincoli di affinità derivanti dalle intervenute modificazioni dello status familiae che hanno ricadute immediatamente apprezzabili sul piano personale, ma impongono anche obblighi assistenziali ex art. 433 c.c., che prescindono totalmente da una manifestazione di consenso dei soggetti sui quali incombe l’obbligo alimentare. Dall’altro lato, vi sono una serie di altri dati positivi che rendono meno pervasiva la portata del principio di relatività anche all’interno dei rapporti propriamente obbligatori. Tanto il contratto a favore del terzo, quanto l’istituto della remissione del debito e, più in generale, i negozi rinunciativi e/o abdicativi inducono a dubitare che l’efficacia del negozio, nella sistematica del codice, sia incondizionatamente limitata alla sfera giuridica delle parti stipulanti. Anche da prospettiva interdisciplinare, peraltro, emergono alcune fattispecie di rilevanza pratica nelle quali le espressioni di autonomia privata acquistano efficacia normativa e spiegano i propri effetti nei confronti di una molteplicità di soggetti, che il progetto vuole sistematizzare ed inquadrare all’interno di una ratio comune.
  Gaetano Edoardo Napoli
Gruppo di ricerca
  • Prof. Gaetano Edoardo Napoli;
  • Dott.ssa Francesca Bertelli
  • Prof.ssa Elena Bellisario;
  • Prof.ssa Alessandra Cordiano;
  • Prof.ssa Ilaria Espa;
  • Prof. Edoardo Ferrante;
  • Prof. Giovanni Iorio;
  • Prof. Valerio Pescatore;
  • Prof.ssa Valentina Piccinini;
  • Dott. Luca Ceglia;
  • Dott.ssa Micol Ferrario;
  • Dott. Andrea Mensi;
  • Dott. Alan Sandonà;
  • Dott.ssa Shaira Thobani.

BOOM - BOOsting and Monitoring Learning and Assessment

 

Durata del progetto 24 mesi
Breve descrizione del progetto L’eccezionale periodo storico che abbiamo vissuto negli ultimi due anni ha reso ancora più evidente la necessità di ripensare la didattica in termini di una ponderata integrazione tra attività in presenza e attività online, in cui valorizzare pratiche di apprendimento partecipativo in grado di promuovere agency e longlife learning. Migliorare l’istruzione superiore attraverso metodologie di apprendimento attivo implica, tuttavia, una diversa concezione della valutazione, da intendersi come parte integrante del processo di insegnamento-apprendimento, in ottica di Assessment for Learning (AfL) (Sambell et al., 2013) e Sustainable Assessment (SA) (Boud, 2000).
BOOM – BOOsting and Monitoring Learning and Assessment – si inserisce in questo quadro attraverso la progettazione, implementazione, sperimentazione e valutazione di impatto di due tool specifici:

  1. ASA: Assessment and Self-Assessment tool per l’introduzione di pratiche avanzate a supporto dell’apprendimento collaborativo e del peer-feedback. Il tool sarà caratterizzato da un’architettura flessibile in grado di favorire l’ideazione e conduzione di attività di valutazione-apprendimento in cui finalizzare e migliorare iterativamente artefatti cognitivi, attraverso fasi successive di assignments, peer-feedback, auto-valutazione, discussione guidata, riflessione, revisione del prodotto.
  2. MILA 3.0: Moodle Interactive Learning Analytics 3.0. Un tool di learning analytics sviluppato come plugin della piattaforma e-learning Moodle al fine di fornire ed elaborare dati circa la partecipazione degli studenti alle attività didattiche (Distante et al., 2020), che con il presente progetto sarà esteso alla versione 3.0 per supportare il monitoraggio e la riduzione del rischio abbandono (drop-out) degli studenti dei corsi di laurea erogati in modalità e-learning e verificare gli effetti delle azioni di recupero e prevenzione del drop-out poste in essere dagli attori coinvolti nei processi di insegnamento (docenti e tutor).
  Nadia Sansone
Gruppo di ricerca
  • NADIA SANSONE, RTD-B, M-PED/04, UnitelmaSapienza
  • DAMIANO DISTANTE, PROFESSORE ASSOCIATO, INF/01, UnitelmaSapienza
  • CARMELA GULLUSCIO, PROFESSORE ASSOCIATO, SECS-P/07, UnitelmaSapienza
  • NICOLA NAPOLETANO/PROFESSORE ASSOCIATO, IUS/13, UnitelmaSapienza,
  • GABRIELLA TOTA, RTD-B, IUS/15, UnitelmaSapienza
  • TAYAAB ATEEQ, PhD STUDENT, UnitelmaSapienza
  • DONATELLA CESARENI, PROFESSORE ASSOCIATO, M-PED/04, Sapienza Università di Roma
  • MANUELA FABBRI, PROFESSORE ASSOCIATO, M-PED/03, Università di Bologna
  • STEFANO FARALLI, RTD-B, INF/01, Sapienza Università di Roma
  • VALENTINA GRION, PROFESSORE ASSOCIATO, M-PED/04, Università degli Studi di Padova
  • BEATRICE LIGORIO, PROFESSORE ORDINARIO, M-PSI/04, Università degli Studi di Bari
    “Aldo Moro”
  • ANNA SERBATI, PROFESSORE ASSOCIATO, M-PED/04, Università di Trento
  • LAN LI, FULL PROFESSOR, Bowling Green State University, Ohio USA
  • Jose Ignacio Panach Navarrete, ASSOCIATE PROFESSOR, Escola Tècnica Superior d’Enginyeria, Universitat de València (Spagna)

Intelligenza artificiale e processo civile

 

Durata del progetto 24 mesi
Breve descrizione del progetto Negli ultimi anni la rivoluzione tecnologica ha spiegato i propri effetti in tutti gli
àmbiti del diritto, imponendo agli interpreti un ripensamento delle categorie
giuridiche consolidate. A tale fenomeno non è rimasto estraneo il diritto processuale
civile. Se già con l’introduzione del processo civile telematico si è posto il
problema di armonizzare le regole e i princìpi processuali tradizionali con
le regole specifiche concernenti la digitalizzazione e la trasmissione telematica
degli atti e dei provvedimenti processuali, l’avvento di nuove tecnologie basate
su sistemi di “machine learning” ha aperto la via a nuovi e notevoli sviluppi.
Circoscrivendo l’indagine alla giustizia civile, è possibile prospettare l’impiego
dell’intelligenza artificiale (IA) sia al servizio degli avvocati e di altri operatori giuridici;
sia come strumento di ausilio al giudice nell’ambito del c.d. ufficio per il
processo, nonché in sede istruttoria (per l’acquisizione, selezione e valutazione
delle prove rilevanti ai fini della decisione: come da tempo già avviene nel sistema
statunitense) o nella fase decisoria, essendosi a tale ultimo riguardo ipotizzato
l’uso di software capaci di assumere autonome decisioni (come già avviene
in Cina) e di “evolversi” autonomamente in virtù della propria capacità di
auto-apprendimento. E un’ulteriore applicazione potrà riguardare gli strumenti
di Online Dispute Resolution (ODR), ove l’IA può essere impiegata sia in sede di
ricognizione/valutazione dei fatti rilevanti e delle posizioni dei soggetti coinvolti
nella procedura, sia per la formulazione di una proposta di soluzione della lite.
Un discorso a parte merita il tema della giustizia predittiva, con tale espressione
intendendosi la possibilità di prevedere l’esito di un futuro giudizio, e dunque il
contenuto della sentenza, mediante l’impiego di algoritmi: possibilità rilevante
ai fini di plurimi istituti processuali, nonché in funzione di deflazione del contenzioso.
Il fenomeno non è però privo di criticità, concernenti sia l’autonomia e la correlata
“opacità” degli algoritmi, da cui discende l’impossibilità di comprenderne e
controllarne il funzionamento, con conseguente possibile lesione del diritto di
difesa delle parti (aspetto di cui si è di recente occupato il Consiglio di Stato); sia
il profilo della responsabilità connessa all’uso delle IA, potendo al riguardo profilarsi
tanto una responsabilità dell’utente (es. giudice o avvocato), quanto una
responsabilità della stessa macchina.
Si tratta di aspetti che necessitano di ulteriori approfondimenti, oltre che della
predisposizione di un’adeguata cornice normativa, al momento solo abbozzata
a livello europeo.
  Gabriella Tota
Gruppo di ricerca
  • Damiano Distante (Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza)
  • Giovanni Bonato (Université Paris Nanterre)
  • Paola Licci (Università degli Studi di Roma Tor Vergata)
  • Giuseppina Fanelli (Università degli Studi di Teramo)
  • Alessio Bonafine (LUM Giuseppe Degennaro)
  • Luigi De Propris (Sapienza Università di Roma)
  • Biagio Limongi (Sapienza Università di Roma)

Docenti e Ricercatori

Laboratori di Ricerca

UNESCO

Scuole di Alta Formazione

UnitelmaSapienza. Una storia centenaria al servizio del tuo futuro.