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UnitelmaSapienza: lotta alla corruzione, docenti ed esperti a confronto

Lotta alla corruzione, a che punto sono Italia ed Europa? UnitelmaSapienza – su iniziativa di Vincenzo Mongillo ed Emanuele Birritteri (Dipartimento di Scienze Giuridiche ed Economiche) – ha promosso, assieme alle associazioni Demetra e Libenter, una giornata di studi con professori ed esperti su attualità e prospettive del sistema di contrasto alla corruzione nella dimensione interna ed europea, partendo dai progetti di riforma attualmente in discussione in Italia e in Europa, sui versanti preventivo e repressivo.

“Il ruolo dell’Università è quello di promuovere la ricerca e il confronto, quale migliore occasione di quella odierna per farlo su un tema di grande attualità nel nostro Paese, ma direi a livello globale, come il contrasto ai fenomeni corruttivi. Come sapete, sono in discussione importanti riforme sia in sede europea sia a livello nazionale. È giusto confrontarsi su temi così complessi, ed oggi lo faremo con grandi esperti dell’accademia, delle istituzioni italiane ed europee, e della magistratura. Se il contrasto alla corruzione avverrà in modo efficace, anche il nostro Paese ne gioverà”Ha affermato Bruno Botta, Magnifico Rettore di UnitelmaSapienza.

Tra le riforme in cantiere a livello europeo c’è la proposta di direttiva anticorruzione, mentre a livello nazionale è in dirittura d’arrivo il disegno di legge di riforma dei reati di abuso d’ufficio e traffico di influenze illecite. Il Senato ha dato via libera, in prima lettura alla riforma Nordio.

Dal punto di vista penalistico, il disegno di legge di riforma – ha spiegato Vincenzo Mongillo, professore ordinario di Diritto penale di UnitelmaSapienza – “interviene su due fattispecie di reato: l’abuso d’ufficio, di cui propone l’abolizione, e il traffico di influenze illecite, che verrebbe fortemente ridimensionato. Nel caso dell’abuso di ufficio, al di là delle condotte prevaricatorie, da sempre il problema principale è legato a fin dove possa spingersi il controllo della magistratura sulla discrezionalità dell’attività amministrativa. La fattispecie del traffico di influenze illecite è stata, invece, introdotta con la legge Severino del 2012 e ora si va profilando la terza riscrittura in dodici anni, nella persistente assenza di una regolamentazione extrapenale dell’attività di lobbying. La difficoltà, anche in questo caso, è bilanciare la libertà di rappresentanza di interessi nei processi decisionali pubblici e la tutela dell’integrità e trasparenza degli stessi. Per entrambi i reati, a me pare che la scelta che si accinge a fare il legislatore denunci la difficoltà di trovare punti di equilibrio ragionevoli in materie complesse e si risolva nella rimozione del problema. Bisognerebbe ragionare ancora e promuovere una positiva interazione tra sapere giuridico-penale e processi legislativi”.

Nel corso del convegno sono intervenuti anche autorevoli rappresentanti della Magistratura, come Raffaele Cantone, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Perugia, e Raffaele Piccirillo, Sostituto Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, che hanno espresso – unitamente a Gian Luigi Gatta, Professore ordinario di Diritto penale, Università degli Studi di Milano – forti critiche alla prospettata abolizione della fattispecie di abuso di ufficio, osseevando che essa determinerà vistose lacune di tutela.

Diversa l’opinione di Bartolomeo Romano, professore ordinario di diritto Penale dell’Università di Palermo e consigliere giuridico del Ministro della Giustizia Carlo Nordio, secondo cui nel contrasto alla corruzione: “abbiamo un apparato di norme molto ampio e complesso, che danno modo alla magistratura di indagare senza precisi argini. In tal senso, il lavoro che sta svolgendo il Ministero è anche quello di semplificare, sfrondando le fattispecie inutili che non riescono a conseguire gli obiettivi di tutela che ci si prefigge, come l’abuso di ufficio”.

Per Enrico Carloni, professore ordinario di Diritto amministrativo dell’Università di Perugia, negli anni passati si è puntato molto sulla prevenzione amministrativa della corruzione, mentre da ultimo si è assistito ad un indebolimento e soprattutto in questa fase ad un rallentamento dell’azione di contrasto. Una analoga opinione è stata espressa da Francesco Merloni, professore ordinario f.r. di Diritto amministrativo e Presidente di Demetra, secondo cui “sarebbe fondamentale continuare ad investire nella prevenzione della corruzione e perseguire una maggiore sinergia tra strumenti penali ed amministrativi di contrasto”.

Dall’Unione Europea arriva la richiesta di contrastare più severamente il fenomeno corruttivo, ha commentato Nicoletta Parisi, Università Cattolica e coordinatrice di Libenter, secondo cui “la direttiva europea è un’ottima occasione per un aggiornamento di norme sovranazionali che risalgono agli anni ’90, e quindi sono molte arretrate, e per fare il punto della situazione anche circa l’adeguatezza delle linee di azione interne, a partire dalla strategia di prevenzione alla corruzione”.