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Il punto sulla chirurgia robotica in Italia

La generazione prima dei nativi digitali ha un po’ miticizzato un po’ sdoganato la figura del robot; da Emiglio è meglio, a Birillo che legge la posta di Sonia e i terribili antagonisti in Io, Robot, non è stato possibile farsi un’idea della macchina se non in chiave farsesca e scenografica.

Eppure, negli ultimi anni, la componente robotica ha permesso a tutti gli ambiti di crescere ed assimilare informazioni ad una velocità prima impensabile. Non fa eccezione l’ambito medico, in cui le tecnologie robotiche sono già utilizzate da tempo in ambito farmaceutico e chirurgico, prendendo sempre più piede anche nel contesto assistenziale; semplificano l’approvvigionamento di forniture e la disinfezione, consentono agli operatori di concentrarsi sull’assistenza e l’interazione con il paziente.

Le macchine sono spesso utilizzate anche nei laboratori di ricerca, dove vengono utilizzate per automatizzare le attività manuali, ripetitive e ad alto volume, ma possono avere anche un ruolo “attivo” grazie alla IA che permette loro, ad esempio, di identificare i farmaci corretti da somministrare ai pazienti per ridurre sensibilmente i tempi di identificazione.

La parola d’ordine è efficienza, considerando che principalmente i robot mobili autonomi (AMR) semplificano le attività di routine, riducono la necessità di compiti fisici svolti dal personale umano e garantiscono processi più costanti. Alcuni già intervengono direttamente anche sul paziente: i robot di assistenza chirurgica sono diventati estremamente precisi, tanto da eseguire in assistenza interventi chirurgici, come ad esempio quelli legati alle operazioni chirurgiche minimamente invasive al torso, quali isterectomia robotica e prostatectomia robotica, ovvero la chirurgia bariatrica (obesità patologica) e altre procedure principalmente incentrate sui tessuti morbidi e le operazioni chirurgiche ortopediche, dove i dispositivi possono essere programmati per eseguire interventi di chirurgia ortopedica comuni, come la sostituzione del ginocchio o dell’anca, possibile attraverso bracci robotici, imaging 3D e analisi dei dati, che consentono risultati più prevedibili grazie alla IA che consente l’addestramento su specifici interventi e movimenti.

Insomma, una rivoluzione che sta semplificando in modo significativo molti aspetti della medicina, tanto da essere definita una delle più grandi rivoluzioni nell’ambito medico dopo gli interventi microinvasivi a cui ha fatto da apripista la laparoscopia. Se possibile, la chirurgia robotica è ancora meno invasiva e precisa, dato che il robot ha un movimento e una vista a 360 gradi rispetto all’essere umano, e soprattutto necessita di meno spazi per intervenire, vista la perfetta visibilità di molte parti altrimenti difficili da esaminare, come le pelvi maschili e femminili e gli spazi retrovescicali.

Il futuro della chirurgia medica è insomma in mano alla tecnologia, che continua ad essere in fermento e a cambiare radicalmente gli approcci al paziente e al suo benessere. In questo contesto si inseriscono i master dell’area salute di UnitelmaSapienza che ti accompagnano nel management delle organizzazioni pubbliche e sanitarie con applicazione di intelligenza artificiale.