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BIOECONOMY DAY

Si terrà giovedì 24 settembre p.v. alle ore 9:30 presso l’Aula Magna di Unitelma l’evento di presentazione dei risultati del progetto europeo STAR-ProBio, coordinato dal prof. Piergiuseppe Morone – Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza – promosso dal Cluster SPRING.

Il progetto STAR-ProBio, vincitore di un finanziamento di oltre 5 milioni di euro nell’ambito del programma europeo Horizon 2020, ha visto il coinvolgimento di 15 partner accademici, industriali e del mondo delle ONG.

 

Apriranno i lavori: Antonello Folco Biagini, Magnifico Rettore di Unitelma Sapienza, Donato Squara, Direttore Generale di Unitelma Sapienza e Piergiuseppe Morone, Project Coordinator. Seguiranno gli interventi di Pierluigi Petrillo, Unitelma Sapienza, Francesco Razza, Novamont e Luana Ladu, Technische Universität Berlin.

 

Alla tavola rotonda finale partecipano: Leonardo Becchetti, Tor Vergata, Susanna Albertini, FVA, Fabio Fava, Università di Bologna, Giulia Gregori, Novamont e Massimiliano Mazzanti, Università di Ferrara.

 

Così il Project Coordinator Morone: Stiamo bruciando tutte le risorse dei nostri giovani e delle generazioni future. Non c’è più tempo da perdere: oggi più che mai ci accorgiamo come un modello di sviluppo insostenibile non sia più un’opzione praticabile. Se vogliamo rendere lo sviluppo compatibile con la permanenza dell’uomo su questo Pianeta, dobbiamo ripensare alle nostre città, al modo in cui ci spostiamo, a quello che produciamo e a come lo consumiamo. La recente crisi legata alla pandemia ha mostrato tutti i lati deboli della modernità: un modello che tende a scaricare il peso sulle generazioni più giovani e che troppo spesso, in maniera miope, privilegia gli obiettivi di breve periodo rispetto alle scelte strategiche di lungo periodo. È arrivato il momento di cambiare!

 

I risultati del progetto, apprezzati dalla Commissione Europea, hanno evidenziato tre aspetti fondamentali per il rilancio della bioeconomia circolare: L’assoluta necessità di avere metriche certe e condivise per misurare la sostenibilità delle attività produttive (vecchie e nuove) in termini ambientali e sociali; L’esigenza di mettere in campo azioni di politica coordinate in grado di superare le disparità esistenti tra un collaudato, ma profondamente inquinante, modello economico basato sui carburanti fossili e il nuovo emergente modello di bioeconomia circolare; La crescente attenzione posta dai consumatori verso modelli di consumo e produzione più sostenibili e il ruolo che le etichette verdi possono giocare in questa partita.

 

Tutto ciò acquisisce oggi – afferma il M.R. Antonello Folco Biagini – ancora più rilevanza viste le nuove sfide poste dall’emergenza COVID-19. Infatti, la transizione da un modello economico fortemente inquinante e lineare verso un modello a basso impatto sull’ambiente e capace di utilizzare (e riutilizzare) in maniera circolare le risorse naturali, valorizzando le catene locali del valore, rappresenta un’indispensabile strategia per riconciliare la crescita economica con i principi di sostenibilità e resilienza.