Dazio climatico e Anti Dumping. Un punto sulla situazione

Il professor Piergiuseppe Morone e Alessandra Alfino hanno recentemente pubblicato sulla rivista Formiche un articolo che mette in luce le potenziali conseguenze del Meccanismo di Adeguamento del Carbonio alle Frontiere dell’Unione Europea (CBAM).

Il CBAM, introdotto nell’ottobre 2023 come parte del pacchetto legislativo “Pronti per il 55%”, mira a ridurre le emissioni di gas serra dell’UE e ad affrontare il fenomeno del carbon leakage imponendo un dazio aggiuntivo sui beni importati nell’UE in base alle emissioni di CO2 associate alla loro produzione.

Questo strumento, se da un lato aiuta a prevenire la delocalizzazione delle attività produttive ad alto impatto ambientale, solleva tuttavia preoccupazioni per i Paesi terzi, in particolare quelli in via di sviluppo, che potrebbero subire un colpo alla loro economia e alla transizione verso una produzione più sostenibile.

Gli autori mettono in luce il dilemma che i Paesi emergenti potrebbero affrontare a causa del CBAM. Da un lato, infatti, potrebbero perdere un importante partner commerciale come l’UE se i loro prodotti dovessero diventare meno competitivi a causa dei dazi. Dall’altro lato, investire nella decarbonizzazione potrebbe richiedere risorse finanziarie e tecnologiche che potrebbero non essere facilmente accessibili per le loro economie.

Tra le proposte avanzate dagli addetti ai lavori per ovviare al problema, gli autori evidenziano l’idea di esentare i Paesi più vulnerabili dall’applicazione del CBAM o la possibilità di destinare i proventi del meccanismo a sostegno dei settori più colpiti. Questo potrebbe non solo attenuare le preoccupazioni sociali legate all’implementazione del CBAM, ma anche contribuire a promuovere la sostenibilità ambientale

Inoltre, Morone e Alfino sottolineano l’importanza dell’impegno dell’UE nel fornire sostegno finanziario ai Paesi in via di sviluppo per la decarbonizzazione e la trasformazione delle loro industrie. Questo impegno potrebbe contribuire a ridurre il divario tra Nord e Sud del mondo e ad avanzare verso un futuro più sostenibile per tutti.