Giunto alla 49° edizione, torna dall’1 al 23 novembre il Roma Jazz Festival fra l’Auditorium Parco della Musica “Ennio Morricone”, la Casa del Jazz, sconfinando quest’anno anche nella celebre Abbazia di Fossanova a Priverno (Lt), il più antico esempio di architettura gotico-cistercense in Italia.

23 giorni di programmazione con artisti provenienti da tutto il mondo, dalle grandi star ai più appassionati innovatori di un genere che non conosce confini. Produzioni speciali, progetti dedicati ai più piccoli e due appuntamenti che immergono il jazz nella dimensione teatrale. 

Prodotto da IMF Foundation in co-produzione con Fondazione Musica per Roma, il Roma Jazz Festival 2025 è realizzato con il contributo del MIC – Ministero della Cultura e il sostegno del Municipio 1 di Roma Capitale. 

Makaya McCraven, David Murray Quartet, Joe Sanders, Bilal, Camilla George, Amaro Freitas, Peter Erskine Dr.Um Band, Jemma Collettivo, Dock in Absolute, L’Antidote, Alina Bzhezhinska e HipHarp Collective con Tony Kofi e Brian Jackson, Sade Mangiaracina con Bonnot e Gianluca Petrella, Hakan Basar Trio, Adrien Brandeis, Gilad Atzmon con Daniel Bulatkin, Bernhard Wiesinger, Cecile McLorin Salvant, le Fiabe Jazz, Gianrico Carofiglio, Giovanni Guidi, Paolo Damiani con Rosario Giuliani sono i protagonisti di una programmazione ispirata al pensiero e alle parole di due figure storiche come Martin Luther King e John Coltrane, come sottolinea il direttore artistico Mario Ciampà: “Ogni anno mi impegno a individuare il tema più attuale e le tendenze emergenti, cercando di metterli in scena attraverso le storie dei musicisti.  Certo, in momenti così difficili parlare di armonia e gentilezza, può sembrare paradossale. Quindi  mi sono ispirato al pensiero di Martin Luther King Jr. – ‘La vera pace non è solo l’assenza di guerra, ma la presenza della giustizia e l’armonia dell’anima con l’universo’ – e alla figura di John Coltrane –La mia musica è l’espressione spirituale di ciò che sono: la mia fede, la mia esperienza, il mio essere.” – affinché la musica e questo festival possano essere veicolo per l’esplorazione interiore e la ricerca di una pace universale.

Prossimo al mezzo secolo di vita, il Roma Jazz Festival si conferma ancora una volta come uno dei più densi e vivaci appuntamenti sul piano internazionale, sempre attento alle nuove tendenze e sensibile alle grandi questioni che segnano il mondo in cui viviamo.

Intervista a Mario Ciampà, direttore artistico del Roma Jazz Festival