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La giurisprudenza dell’ultimo ventennio restituisce un quadro insoddisfacente sul piano del rispetto dei principi fondamentali del diritto penale, mostrando un’evoluzione in cui le categorie della responsabilità penale sono state progressivamente adattate per rispondere a impostazioni accusatorie che tendono a fondare la responsabilità unicamente sulla funzione esercitata dal singolo.

Un aspetto particolarmente critico riguarda la responsabilità colposa, spesso riletta attraverso un paradigma precauzionale che, con un’analisi ex post, trasforma quasi ogni evento dannoso in un fatto prevedibile ed evitabile. Ciò ha implicazioni dirette sull’obbligo impeditivo, la cui portata garantista risulta compromessa da letture sostanzialiste che ne alterano l’equilibrio originario. Simili problematiche emergono anche in relazione al nesso di causalità tra condotta ed evento, non sempre fondato su criteri scientifici solidi, e alla pena, che rischia di perdere la propria funzione general e special preventiva qualora la responsabilità colposa venga privata dei suoi elementi costitutivi.

Il Centro intende affrontare queste tematiche attraverso un percorso di ricerca articolato su più direttrici, sviluppate in una prospettiva interdisciplinare, internazionale e sincronica. L’analisi non si limiterà al contesto italiano, ma prenderà in esame gli ordinamenti di Paesi maggiormente esposti a fenomeni naturali e che hanno adottato soluzioni legislative risposte penali di diverso e più mite tenore.

In tale prospettiva, risultano di particolare interesse gli ordinamenti di alcuni Paesi europei, come Spagna e Francia, e di Paesi extraeuropei quali Cile, Argentina, Messico, Stati Uniti, Giappone e Nuova Zelanda, che hanno sviluppato risposte giuridiche e tecniche articolate nella gestione del rischio. L’impatto dei fenomeni naturali e le diverse tradizioni giuridiche influenzano non solo la normativa, ma anche l’approccio accusatorio nei confronti di coloro che sono preposti alla gestione del rischio. In alcuni ordinamenti, infatti, tale ruolo non comporta responsabilità penale: emblematico è il caso giapponese, dove, nonostante le gravi conseguenze dello tsunami del 2011, non furono avviate indagini nei confronti degli scienziati responsabili dell’allarme errato.

Per approfondire questi aspetti, il Centro istituirà una banca dati normativa e giurisprudenziale, sia nazionale che internazionale, che intende rappresentare un riferimento documentale essenziale per lo sviluppo della ricerca.

Infine, il CERPEDIN si occuperà dell’elaborazione di proposte di riforma legislativa e fornirà supporto scientifico e consulenziale a enti e istituzioni coinvolti nella prevenzione dei disastri naturali, con particolare attenzione alla collaborazione con l’INGV, al fine di garantire una più chiara definizione delle eventuali responsabilità.

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